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ALCUNE RECENSIONI IN VERSIONE ITALIANA

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«...É sorprendente sentire un pianismo che è certamente virtuoso, ma anche così profondo e generoso. Cerebrale egli lo è sicuramente, ma il suo modo di suonare cela una vera sensibilità musicale.» (Michelle Worms, La lettre du musicien: musiques, Nov. 1998)

 

 «...Cominciare un recital con il Klavierstück XI di Stockhausen e terminarlo con gli Studi Sinfonici di Schumann testimonia una certa audacia ... La dimostrazione è stata probante. Tra Stockhausen e Schumann Busoni assicurava una transizione di abbagliante evidenza. Magnifico suono, nuances sapientemente dosate con l’intelligenza di colui che conosce il profondo significato delle opere e ne mette in luce l’architettura: queste qualità sono proprie di un interprete fuori dal comune» (Jean Roy, Le Monde de la Musique, n. 227, Déc. 1998 – CD Busoni: “CHOC” du mois.

 

«...Questo virtuoso si impone soprattutto per la varietà della sua tavolozza sonora, la concentrazione della sua esecuzione, e il suo modo di evidenziare le architetture musicali – quest’ultima qualità era particolarmente apprezzabile negli Studi Sinfonici di  Schumann.» (Paris 17/10/1998 AFP YB/dpn)

 

«...Certamente non a tutti è dato di dominare, come fa Fabio Grasso, la monumentale Sonata op. 106 “für das Hammerklavier” di Beethoven, e di esaltarne la maestà, la profondità, la poesia.» (Nice matin, 28/10/1996)

 

« … Col suo linguaggio sottile dalle sagge dissonanze, i suoi bassi brumosi e i suoi acuti talora folgoranti, le sue sapienti nuances nelle risonanze, La danza segreta di Maeve di Fabio Grasso è sicuramente una pagina contemporanea di grande valore! … Nel Carnaval di Schumann Fabio Grasso si rivela un artista completo, che eccelle nell’esaltare la varietà dei colori di quest’opera, ma è anche attento alle sue più segrete confessioni. Da un sottile, continuo lavoro sulle sfumature, sui climi e sui chiaroscuri scaturisce un’interpretazione che è costantemente affascinante!» (Denis Lustenberger, Les dernières nouvelles d’Alsace, 13/7/2000)

 

«… Il suono di Fabio Grasso si trasforma in acqua, aria, luce, puro colore teso conoscitivamente verso l’Assoluto … Particolarmente suggestiva la prima esecuzione del brano Blumentraum, composto dallo stesso artista. Le rifrazioni oniriche, ispirate a Jean Paul e alla poetica schumanniana, riescono qui a creare un mondo personale ove echi espressionisti, le intuizioni freudiane, i simbolismi di impressionistica memoria si fondono tra loro restituendo un suono sospeso, senza forza gravitazionale, animato da improvvise vibratilità cangianti.» (Letizia Michielon, Il Gazzettino di Venezia, 4/7/2006).